Ripercorrendo la vita del Roman de Renart dalla sua produzione all’esecuzione/ricezione, fino alla conservazione delle branches nelle raccolte antologiche, si delinea una storia redazionale fortemente influenzata dalle pratiche performative e dall’appartenenza del testo al genere della zooepica medievale, di cui l’oralità è componente fondamentale.
Proprio la presenza di alcuni tratti collegati alla sfera della voce isola un gruppo di branches dalle altre e ci restituisce due diversi Roman de Renart confluiti, per logiche estrinseche alla composizione dell’opera, nelle raccolte manoscritte come se fossero rami equivalenti dello stesso tronco.
E la volpe Renart se ne va di ramo in ramo tessendo una rete di allusioni intertestuali che illudono il lettore di trovarsi di fronte a un ciclo; paradossalmente sono proprio queste a ostacolare la realizzazione ciclica del Roman de Renart e a collocarlo in un genere intermedio tra la raccolta di testi indipendenti e il ciclo, la zooepica appunto.
Table des matières :
Massimo Bonafin, Maria Careri, Presentazione VII
Introduzione
1. La produzione del testo
2. L’intertestualità nel Roman de Renart
3. L’esecuzione del testo
4. La conservazione del testo
Conclusioni
Bibliografia
Indice dei nomi
Informations pratiques :
Marcella Lacanale, S’en est de branche en branche alez. Il Roman de Renart tra raccolta e ciclo, I libri di Viella, 2020 (Biblioteca di Studj Romanzi, 4). pp. 186, 17×24 cm, bross. ISBN: 9788833133287. Prix : 26 euros.
Source : I libri di Viella